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La pandemia da COVID-19 ha riportato il pianeta coi piedi per terra. Ma possiamo imparare dai nostri errori vediamo come
Il suo nome corretto è SARS-Cov-2. E’ l’agente scatenante della malattia virale che ci ha costretto a casa per mesi. Una diffusione veloce come mai si era vista, forse agevolata dal fatto che non è stata riconosciuta inizialmente.
Il nostro Sistema Sanitario ha arrancato, ha faticato ma finalmente ha capito.
La malattia che si pensava esordisse con la comparsa della febbre prima e della polmonite interstiziale dopo si è scoperta per quello che è effettivamente: una malattia a carico, prevalentemente, del sistema cardiocircolatorio con lo scatenarsi di un processo infiammatorio violento a carico dei tessuti. Prima insorgenza della febbre, poi, nei casi più gravi la CID (Coagulazione Intravasale Disseminata). E dal preludio della CID si passa alla insufficienza respiratoria grave e alla intubazione. la lezione è questa:
E’ SICURAMENTE NECESSARIO UN CONTROLLO PIÙ PUNTUALE DEL TERRITORIO
Infatti è dal territorio che sono partite, inascoltate, le prime segnalazioni sulle polmoniti “atipiche”. Ecco che i Medici di Medicina Generale (C.D. di Base) e i laboratori di analisi territoriali, che ad essi offrono una spalla, sono i baluardi della difesa del Sistema Sanitario Nazionale che tanto ha sofferto e ha combattuto in questa fase. Detto ciò attrezziamoci adesso e prepariamoci ad affrontare col coltello tra i denti qualsiasi altro piccolo nemico che si presenti alle porte di casa nostra.
Come monitorare e controllare la malattia
- L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che la fase 2 può essere controllata con le tre “T”
- Tracciare: ovvero indagare e capire dove sono i “cluster” di infezione. Ovvero dove sono le sacche di contagio.
- Testare: ovvero effettuare test diagnostici per verificare la malattia
- Trattare: ovvero curare la malattia nei modi migliori (es. Terapia farmacologica o vaccino)
Ciò che eseguiamo noi ora in laboratorio fa parte della seconda T.
Infatti eseguiamo i test sierologici che rilevano le IgG al SARS-Cov-2 in grado di darci informazioni sul nostro eventuale contatto col virus e sulla risposta immunitaria del nostro organismo. Il test eseguito ha una sensibilità e una specificità del 99,6%